Grazie a Rossana Coppolino per avermi donato il suo albero che è diventato una delle mie meraviglie. Continuate a seguirmi!
sabato 27 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
Ogni casa ha il suo odore inconfondibile… specialmente a Natale.
Mi è tornato in mente uno strano
ritornello. Una di quelle filastrocche natalizie che ti insegnano alle
elementari e che, chissà come e perchè, ti resta impressa per tutta la vita e
riecheggia di tanto in tanto. S'io fossi il mago del Natale farei
spuntare un albero in ogni appartamento dalle piastrelle del pavimento!
Ho appena finito il mio intero week end di
dicembre, come sempre l’ultimo disponibile, in giro per i negozi della mia
Milano gelida a cercare qualcosa di carino da regalare agli amici più
cari. Natale non è Natale senza un regalo da scartare Questa storia della casa nuova
mi spinge in posti nuovi
Sono stata da Maisons du monde a cercare oggetti meravigliosi per aggiungere quel tocco magico all'angolo preferito di ognuno di noi.
C’era uno strano carrillon che suonava con una giostrina che girava al tempo di
una melodia familiare, era perfetto per mia sorella.
La musica, lenta e calda
come le luci del grande albero che rivedo ancora nei miei pensieri, mi ha
ricordato la casa della nostra infanzia.Carillon per mia sorella |
Da qualche parte ho letto che “ogni casa
ha il suo odore inconfondibile. Qualcosa che ti eccita e ti spaventa. Come
quando torni a casa dalle vacanze e rimani sul ballatoio, con la porta aperta e
le valigie a terra. Indeciso se profanare quella strana penombra”. Io
a Natale sento ancora l’odore del pandoro intiepidito davanti al camino accesso
e il profumo autentico delle arance. Di questo vorrei fosse inondata la mia
nuova casa: di calore natalizio.
Ho pensato a tutto questo davanti a quella vetrina. Ho
scrutato la mia immagine riflessa. Poi mi sono spiegata il
perchè della filastrocca... "Dorothea, ti serve un albero di Natale!"#shareyourtree nella mia pagina facebook Mondo di Dorothea
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giovedì 18 dicembre 2014
Mi contraddico perchè contengo moltitudini.
Quando devo
scegliere lo stile di un complemento di arredo mi sento indecisa come davanti
alla vetrina di una pasticceria francese.
Vorrei prendere tutto, dal cioccolato ai frutti di bosco, anche se cozzano tra loro. Vorrei lo stile moderno, il classico chic, l’etnico, il vintage. Poi mi fermo un attimo e penso: “Fermati, Dorothea. Finirai per farti venire le vertigini ogni volta che apri quella porta e vedi questo caos di stili”.
Allora ho deciso di darmi tre regole inviolabili.
Number one. Devo trovare il mio stile, che poi non vuol dire uno stile unico per ogni ambiente, ma piuttosto un filo che leghi in armonia le diverse sfumature di uno stesso stile. Insomma, il mio filo d’Arianna. E poi, del resto si sa “mi contraddico perché contengo moltitudini”, come diceva Walt Whitman.
Number two. Devo scegliere. Ci ho pensato questo sabato, guardando rapita un tavolino in stile provenzale color tortora. L’ho misurato, ho immaginato dove avrei potuto posizionarlo in casa mia. Ero indecisa, così mi sono lasciata sedurre dal mio viso che si rifletteva in uno specchio in stile rustico. No, ma perché perdo tempo con queste cose? Sono tornata a cercare il mio tavolino provenzale ed ecco che lo vedo sotto braccio a una signora sui sessanta che se lo portava via compiaciuta.
Number three. Devo immaginare. Quando vedo qualcosa che mi piace, la cortina che mi separa dalla casa che vorrei dovrebbe dissolversi per farmi vedere il posto giusto nella mia casa, il posto per cui quell’oggetto è nato.
Ça y est: ti ho trovato e non mi scappi.
Vorrei prendere tutto, dal cioccolato ai frutti di bosco, anche se cozzano tra loro. Vorrei lo stile moderno, il classico chic, l’etnico, il vintage. Poi mi fermo un attimo e penso: “Fermati, Dorothea. Finirai per farti venire le vertigini ogni volta che apri quella porta e vedi questo caos di stili”.
Allora ho deciso di darmi tre regole inviolabili.
Number one. Devo trovare il mio stile, che poi non vuol dire uno stile unico per ogni ambiente, ma piuttosto un filo che leghi in armonia le diverse sfumature di uno stesso stile. Insomma, il mio filo d’Arianna. E poi, del resto si sa “mi contraddico perché contengo moltitudini”, come diceva Walt Whitman.
Number two. Devo scegliere. Ci ho pensato questo sabato, guardando rapita un tavolino in stile provenzale color tortora. L’ho misurato, ho immaginato dove avrei potuto posizionarlo in casa mia. Ero indecisa, così mi sono lasciata sedurre dal mio viso che si rifletteva in uno specchio in stile rustico. No, ma perché perdo tempo con queste cose? Sono tornata a cercare il mio tavolino provenzale ed ecco che lo vedo sotto braccio a una signora sui sessanta che se lo portava via compiaciuta.
Number three. Devo immaginare. Quando vedo qualcosa che mi piace, la cortina che mi separa dalla casa che vorrei dovrebbe dissolversi per farmi vedere il posto giusto nella mia casa, il posto per cui quell’oggetto è nato.
Ça y est: ti ho trovato e non mi scappi.
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mercoledì 3 dicembre 2014
La casa è il nostro corpo più grande e non è mai senza sogni
La casa è il vostro
corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non
è mai senza sogni. Kahlil
Gibran
Questa è la prima notte che passo nella mia
nuova casa. Nell’aria c’è ancora quell’odore artificiale della vernice fresca e
dei mobili nuovi. Mi sono addormentata con un brivido, contenta
dell’indipendenza conquistata e di essere stata, all’interno delle familiari
mura domestiche, un piccolo dio creatore.
Eppure, perché il mio Eden sia completo manca
ancora qualcosa. È come se nel mio giardino mancasse una creatura che mi
rassomigli.
Ecco cosa manca. Un’opera d’arte.
Un’opera d’arte, unica e raggiungibile, anche
per il mio portafogli. Un artista emergente, ecco cosa ci vorrebbe, un artista
che porti la bellezza in casa mia. Per realizzare ciò che mi diceva mia nonna
da bambina, “preferirei avere rose sul
tavolo che diamanti al collo”.
Io sono Dorothea e come la mia alter ego
americana, Dorothy Gale del Kansas, credo che “nessun posto sia bello come casa mia”.
Da oggi comincia la mia ricerca dell’opera
d’arte per la mia casetta.
La mia opera d’arte.
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